004.Climate Change
Ma cosa c’entra l’Hip hop con il cambiamento climatico?
Se ti muovi negli ascolti del mainstream questa domanda può sembrare difficile. Guardando sotto la crosta, però, i segnali sono tanti e importanti.
Qualche segnale lo trovi nella versione audio di Unsupervised.
A partire da un disco che è recente e che ha catturato la mia attenzione un paio di anni fa perché l’album è interessante a prescindere dai temi che tratta, perché l’album è un album nel vero senso della parola e quindi non è una semplice lista di canzoni messe lì un po’ per caso come ci vorrebbero abituati ad aspettarci. Ha un tema, unificante, che lo stesso artista definisce così:
“Il collage realizzato sulla copertina riflette guerra, avidità, ingiustizia, razzismo ed ecologia sociale. Le immagini vivide di Jermiside dipingono il suo stesso quadro di un mondo spezzato, ma in cui il potere è ancora nelle nostre mani per cambiarlo. ‘Ho trovato un podcast con un astronauta che descriveva la sua esperienza nello spazio” ricorda Jermiside. “La sensazione è stata descritta come l’effetto panoramico, che è essenzialmente un forte senso di consapevolezza che gli astronauti provano dopo aver osservato la Terra dal punto di vista dello spazio per la prima volta”.
“The Overview Effect” è uscito il 6 Maggio del 2022 e prima di questo disco c’è stato anche l’inizio di tutto il lavoro dell’Hip Hop Caucus che nel 2014 ha distribuito ‘Home’, una compilation per promuovere la consapevolezza in merito ai cambiamenti climatici presso i giovani.
Oggi, a valle dei festeggiamenti (onestamente mi sarei aspettato qualcosa di più interessante rispetto a quanto è arrivato fino a noi) per il cinquantesimo anniversario dell’Hip Hop, c’è l’Hip Hop Museum che occupa il piano terra del Bronx Point proprio sulle rive del fiume Harlem.
Gli architetti hanno dovuto considerare alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici e trovare soluzioni adatte per poter ospitare il museo in sicurezza. Ho trovato il report di Zack O’Malley Greenburg particolarmente interessante in particolare sul problema architettonico affrontato nella progettazione. A voce ne dò un breve riassunto perché è curioso andare ad approfondire quelle cose che altrimenti nessuno ti verrebbe a raccontare, ma fanno la differenza.
Insomma, tutto questo (e molto di più nella versione audio) per andare a sottolineare come il cambiamento climatico sia uno dei temi che l’Hip Hop ha affrontato, anche in maniera sia proattiva che costruttiva nella sua storia. Forse perché se ci si muove in un genere che ha come moto generatore la propria comunità, prima di parlare dei temi cari a chi oggi si erge a paladino della trap e a Vate Supremo Della Ribellione (da cosa? Questo è ancora un punto da chiarire, ma non lo ritengo interessante) ci sarebbe da porre la propria attenzione sui problemi che sono di tutti e che sono quelli veri di una comunità. In questo caso, di tutte le comunità.
Ne approfitto per un inciso: nel mondo accademico italiano non si parla di Hip Hop (un grandissimo peccato e un’occasione persa), ma si parla di Cambiamento Climatico. Ed è un argomento che sta alla base della struttura di progetti di ricerca volti a contenere (a volte) o a migliorare (altre volte) quello che abbiamo sotto i piedi e sopra la testa tutti i giorni. Quello di cui sto scrivendo lo trovi qui, ed è il sito del Dottorato in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico.
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